LA CITTÀ DEL SOLE
La città del sole è un'opera filosofica del frate domenicano calabrese Tommaso campanella, scritta mentre era in carcere a Napoli, dopo il processo seguito alla rivolta da lui ordita contro il governo spagnolo. In esso viene descritto il percorso educativo cui vengono sottoposti gli abitanti della città ideale, un percorso che inizia tre anni e prosegue per tutta la vita. Si tratta di un'educazione enciclopedica, che spazia dalle lingue alle arti meccaniche, dalla matematica e dalla medicina alla pratica dei mestieri più vari, senza tralasciare l'esercizio fisico l'attività manuale. Complessivamente emerge una visione critica della cultura tradizionale e un'esaltazione della conoscenza scientifica e del lavoro manuale. Nella città del sole nulla è lasciato al caso, neppure il modo di vestire. I bambini fin da piccoli sono stimolati a una vita sobria, rigorosa, priva di AGI e mollezze. Agli anziani è affidata alla custodia dei bambini dai tre ai 7 anni, un periodo delicato in cui vengono loro insegnati la lingua, scritta e orale, ma anche i primi rudimenti dei vari mestieri. Gli anziani hanno anche il compito di capire quali sono le inclinazioni naturali degli allievi per poterli indirizzare adeguatamente nella vita. Centrale appare il ruolo della formazione scientifica e dello studio della matematica dopo i 7 anni. Gli studenti sono suddivisi in gruppi che si alternano nelle attività, in una perfetta sincronia volta alla razionalizzazione del tempo e degli spazi. Dopo una severa selezione, diventano professori di una determinata scienza solo coloro che la conoscono perfettamente e che hanno ottenuto, in essa, i migliori risultati. Campanella sostiene la nobiltà del lavoro manuale, di cui esalta le virtù formative. Egli non rinuncia a criticare alla società del suo tempo, in cui, al contrario di ciò che accade nella città del sole, vengono apprezzati coloro che oziano, fatto che, secondo l'autore, è una delle cause della decadenza della civiltà. Per diventare sole, ovvero governatore, occorrono determinati requisiti: maturità, assennatezza, erudizione, perizia nelle attività pratiche, creatività e vena artistica. Come era già nella Repubblica di Platone, anche in questo caso la figura più indicata a governare lo stato e il filosofo, proprio perché è l'unico in grado di cogliere l'essenza delle cose l'intrinseco finalismo del mondo naturale.
Commenti
Posta un commento