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Visualizzazione dei post da febbraio, 2024

LOCKE: STATO LIBERALE

John Locke però, fondatore e massimo esponente dell'empirismo, una corrente filosofica che sostiene che l'uomo conosca solamente attraverso l'esperienza e che la realtà si basa sulla razionalità, fonda il liberalismo e quindi in contrapposizione con la teoria dell'assolutismo di hobbes, in cui secondo lui per trovare la pace all'interno di uno stato bisogna prima rispettare i diritti naturali inalienabili e non limitarli, diritti inalienabili come ad esempio il diritto alla libertà, alla vita, di parola, di scelta, di religione e soprattutto di proprietà privata. Locke fa della proprietà privata un diritto naturale in quanto la terra è stata donata agli uomini da Dio, a tutti gli uomini e quindi i beni naturali appartengono a tutti e come tutti i diritti, la proprietà nasce da un dovere, il dovere di mantenersi in vita e di provvedere alla famiglia. Inoltre, si dice essere un diritto naturale sia perché inscritto nella natura umana e anche perché lo riconosce anche

HOBBES: LO STATO ASSOLUTO

La società civile secondo Hobbes, quindi, è fondata sul patto di unione che consiste nel fare azioni a scopo di fare bene comune. Ma ciò non è ancora sufficiente, poiché la convergenza di molte volontà verso un solo scopo non basta per garantire una situazione sicura e stabile. Infatti, serve “il patto di sottomissione”, grazie a cui gli uomini conferiscono tutto il proprio diritto e la propria forza a un singolo o ad un'assemblea, in grado di ridurre i diversi colori a una sola volontà. Dai due patti a origini dello Stato o leviatano in cui il potere attribuito all'autorità che ha il compito di emanare e di far rispettare le leggi per hobbes deve essere assoluto. Allo stato assoluto il filosofo del nome di leviatano, il mostro Marino di cui si parla nel libro di giobbe nell'antico testamento per simboleggiare il potere del sovrano che è immenso. Hobbes fece raffigurare il re, infatti, come un individuo sovrumano, dotato delle teste di una moltitudine di uomini, quasi a mos

LO STATO DI NATURA: HOBBES

Secondo hobbes l'uomo è un essere materiale dotato di una ragione intesa come facoltà calcolatrice e mossa da desideri egoistici. Contro la concezione aristotelica dell'uomo come” animale politico”, Hobbes afferma che gli individui non possiedono un naturale istinto  socievole o amorevole verso gli altri, essendo piuttosto dominati da sentimenti quali il bisogno e il timore. Tali passioni caratterizzano per lui lo stato di natura, la condizione originaria antecedente alla formazione della società, in cui regna la guerra di tutti contro tutti, in essa infatti ogni persona mira a procurarsi ciò che serve alla propria sopravvivenza e autoconservazione, perseguendo il proprio bene a scapito di quello altrui. Insomma, in tale contesto non esiste limitazione al diritto dell'individuo, in quanto ciascuno può possedere, usare e godere di tutte le cose che vuole e che sono a portata di mano; dunque, è inevitabile la sopraffazione reciproca in cui ognuno è nemico dell'altro avend